Partecipare ai corsi e ottenere l’attestato è facile, basta iscriversi, partecipare alla formazione, superare test finale e, ualà, ho un bell’A4 firmato a mio nome, obiettivo raggiunto!
Più o meno la stessa cosa per avere la documentazione formalmente corretta: incarico un consulente, dedico qualche ora e mi vengono prodotti i documenti. Fatto…ah, no devo anche firmarli (lo faccio dopo ora non ho tempo).
Se mi toccano anche le visite ai lavoratori applico lo stesso principio: fisso un appuntamento, il medico competente effettua gli accertamenti e, se sono fortunato, ho in mano le idoneità di tutti i lavoratori.
A posto anche questo. Sono in regola.
Poi un giorno: arriva un controllo. Ispettori dell’Ats (ex Asl). In due, così uno sia da testimone dell’altro.
Come durante un controllo della polizia stradale.
Solo che al posto di: “mi fornisca patente e libretto”, la richiesta è del tipo: “mi consegni il documento di valutazione dei rischi, gli attestati di formazione, le idoneità mediche.
Panico.
Non so dove ho messo il DVR, gli attestati ce li hanno i lavoratori, così come le idoneità degli operai mi sono state mandate ma sono state archiviate dall’impiegata che però fa part-time e ora è a casa.
E mo’ che faccio? Perchè succede a me?
Perchè della sicurezza sul lavoro non mi interessa, perchè faccio le cose solo perchè so che devo farlo ma non capisco l’utilità, perchè il commercialista mi ha detto che sono obbligato.
Ma la mia testa è altrove, è in produzione, è sui conti, sugli ordini da consegnare.
Sono io il datore di lavoro e il responsabile della sicurezza dei lavoratori, se succede qualcosa sono il principale imputato ma alla fine spero che non succeda nulla, tanto a me non capita.
L’Ispettore capo attende 5 minuti, il titolare traffica con i documenti tirando fuori ricevute della manutenzione degli estintori, preventivi di società di consulenza, depliant e pubblicità di corsi di formazione.
Ma nessun documento di quelli richiesti, tutti di rilevanza penale.
Il funzionario Ats non insiste, verbalizza la mancanza dei documenti.
Chiede di poter effettuare un sopralluogo aziendale: richiesta consentita (tra l’altro non ci potrebbe opporre agli ufficiali di polizia giudiziaria).
In azienda (falegnameria) i lavoratori sono con i sandali, l’operaio piu’ anziano si è appena acceso una sigaretta, vicino ad un barcollante cartello “Vietato Fumare”.
Di colpo viene azionata una levigatrice: un violento sbuffo di polvere trafigge l’aria, il rumore è assordante; nessuno, neanche l’addetto piu’ vicino, porta protezioni per le orecchie, tantomeno mascherine.
Il personale dell’Ats cerca con l’occhio l’uscita di sicurezza ma la trova seminascosta dai semilavorati. Si accorge che non vi è alcuna segnaletica di sicurezza.
La segatura è ovunque, negli angoli è accumulata come piccole dune di sabbia.
Le aspirazioni sono ferme, come intrappolate dalle ragnatele.
I due funzionari hanno già un quadro completo della situazione, non occorrono altri riscontri.
Girano su sè stessi per ritornare in ufficio e, per un pelo, non vengono investiti da un carrello elevatore che passa a gran velocità: il mulettista, senza cintura, grida loro di stare piu’ attenti.
Il titolare ancora maneggia con in faldoni, la scrivania ormai coperta dal piu’ totale disordine.
Sottovoce mormora:”Cavoli, erano qua…dove diamine…” vi faro’ avere tutto..appena torna l’impiegata!.
Ma ormai è troppo tardi, Il Primo Ispettore sta già stilando tutte le non conformità, nessuna esclusa.
Il verbale di ispezione sarà di tre pagine, l’equivalente di cinque o sei stipendi dei lavoratori.
E la promessa che l’Ats sarebbe tornata a breve…